I Vini Franciacorta di Cà del Vént
Scritto da Maria Cristina Pugnetti, nella categoria Cantine da raccontare
Cà del Vént è un’azienda della Franciacorta con sede a Campiani di Cellatica, ultimo lembo a levante di questa zona in provincia di Brescia. Ventimila le bottiglie di spumante prodotte ogni anno e 20.000 i vini Franciacorta fermi suddivisi tra rossi e bianchi, compresi nelle tre denominazioni d’origine: Cellatica, Terre di Franciacorta e Curtefranca.
Gli assaggi di Franciacorta effettuati durante la recente manifestazione In Villa Veritas a Stra (Ve), hanno evidenziato un netto strappo rispetto al passato. Maggiore eleganza e uso sapiente delle barrique impiegate per la vinificazione di questi spumanti. Nessun aroma derivato dal legno a condizionare lo spettro odoroso.
È una gestione giovane questa di Cà del Vent, dal 2006 il timone è nelle mani di Flavio Faliva, enologo e agronomo, e Antonio Tornincasa, responsabile marketing e pubbliche relazioni dell’azienda ma, se necessità chiama, mi spiegano, ci si aiuta.

Cà del Vént-Antonio Tornincasa e Flavio Faliva
Il lavoro in campagna e in cantina è coadiuvato da un team di persone che la zona la vivono da sempre. Potremmo definire questa realtà vitivinicola “in continuo movimento” per l’impegno nello sperimentare, capire, migliorare al fine di ottenere “un prodotto figlio della sua terra”.

Cà del Vént lavori in vigneto
Undici sono i “cru” individuati, vale a dire zone (spesso porzioni piccolissime di queste) che presentano caratteristiche anche molto diverse tra loro per microclima e composizione del suolo, che qui è argilloso con presenza di calcare, molto diverso dal terreno morenico (di sabbia e detriti) della gran parte della Franciacorta. Ciascun “cru”, per non dire ciascuna pianta, è considerato un “piccolo mondo” a se da custodire e sul quale si interviene, qualora fosse necessario, in modo diverso a seconda dell’esigenza manifestata dalla pianta.

Il terreno a Cà del Vént
Le uve Chardonnay provenienti da ciascuna area sono vinificate separatamente al fine di produrre 25 vini diversi per acidità, sapidità, struttura e profumi, che mescolati in opportune percentuali danno vita ai tre Franciacorta, tutti millesimati, prodotti solo da uve vendemmiate nell’anno. Anche il Rosé è uno spumante millesimato, ottenuto da uve Pinot nero. I lieviti impiegati per la trasformazione del mosto in vino sono selezionati ma, l’obiettivo è arrivare a fermentazioni spontanee individuando i “migliori” trasformatori tra i lieviti naturalmente presenti sull’uva e quelli che dimorano nelle cantine.

Cà del Vént Brut Pas Operé
Il Franciacorta Brut Pas Operé 2009 è prodotto con 80% Chardonnay e 20% Pinot nero. L’assaggio è un’anteprima rispetto all’uscita sul mercato, prevista per il mese di marzo 2013. L’aspetto è invitante per quel rincorrersi di bollicine minute e continue. Il naso è caratterizzato dal frutto attenuato dall’emergere di fiori bianchi delicati. La bocca è freschissima, piacevolmente sapida. La chiusura è perentoriamente secca con una seducente scia amarognola. A lungo persiste la freschezza anche dopo la deglutizione.
La versione Satén, sottolineata da una carbonica più delicata, è un Blanc de Blanc, ovvero uno spumante bianco da uva Chardonnay. Il naso rivela nuances di agrume e pera, una vaga florealità e un mix di spezie appena appena accennate. Brioso, spontaneo, vellutato, accompagnerebbe mirabilmente antipasti fritti all’italiana.

Cà del Vént Brut Rosè Pas Operé
Il Franciacorta Brut Rosè Pas Operé 2008 è prodotto con 100% Pinot Nero, la sboccatura è stata attuata a gennaio di quest’anno, poi le bottiglie hanno sostato negli ambienti tranquilli della cantina per sei mesi. Colore dell’ambra. Il naso inizialmente incerto, piano piano si riconosce la nocciola su un sottofondo di piccoli frutti rossi aciduli. La secchezza netta è il denominatore comune di questi Franciacorta. Lungo e persistente.
Niente zuccheri, niente liqueur d’expedition alla sboccatura, la colmatura per ogni Franciacorta Cà del Vént avviene con altro vino dello stesso lotto. Questo il senso della dicitura “Pas Operé”.
Un viaggio in Franciacorta è piacere, svago, la Franciacorta di Cà del Vént è una “voce fuori dal coro e dai grandi riflettori” va conosciuta!

Cà del Vént vigneti intorno all’azienda

Cà del Vént panoramica vigneti

Cà del Vént-vigneto inerbito

Cà del Vént-la sede
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“pota” = tipico intercalare bresciano/bergamasco
“féss”= tanto, ma proprio tanto
fammi sapere come viene!!
ciao ciao
Non mancherò. Mandi 🙂
ehm…..
lo fa la mia mamma e io me lo mangio, non l’ho mai cucinato di persona, però la ricetta di mamma è questa:
Per 8-9 etti di cappello del prete (o pesce), preparare in un tegame un dito di olio e quando è caldo aggiungere la carne, steccata in precedenza con alcuni spicchi di aglio, far rosolare bene da tutti i lati.
A questo punto unire tanta acqua fredda quanto basta a coprire la carne, mettere il coperchio e far bollire pianissimo per circa 4 ore. Quando la carne è cotta, toglierla dal liquido, tenerla in caldo e far restringere il sugo. Servire la carne affettata con il suo sugo. Ancora più buona se preparata almeno la sera prima…… gnam!! pota, è buona féss… come dicono a Brescia!!! fammi sapere se la prepari! ciao!!
P
La ricetta me la sono scritta nel mio libricino e la proverò sicuramente anche perché quando scrivo un post di abbinamento vino-cibo lo testo per capire se funziona veramente. Che vuol dì “pota è buona féss?” Ciao 🙂
Anche il Cellatica è veramente BUONO!!! Con il manzo all’olio o lo spiedo… una bontà tutta bresciana… casa mia!!
Grazie Cristina per questi bellissimi viaggi che ci permetti di fare!
Ciao Paola grazie per aver ricordato ilCellatica, tra l’altro concordo pienamente è super buono. Non l’ho mai provato però con il manzo all’olio e mi incuriosicsce molto. Come prepari questo piatto succulento?
Molto interessante! Puoi spiegarmi come i diversi tipi di terreno possano influire sulla produzione dell’uva?
Per esempio, che differenze presenta un’uva Chardonnay coltivata su un terreno argilloso con presenza di calcare rispetto ad una stessa uva coltivata su un terreno morenico (cito i terreni riportati nel tuo articolo)?
Tieni presente che suolo e sottosuolo possono cambiare notevolmete per struttura fisica, chimica e biologica anche a pochi metri di distanza da una vite all’altra. Nel caso specifico il suolo argilloso-calcareo di Cà del Vént conferisce struttura e sali minerali all’uva Chardonnay che poi ritroveremo nel vino. Sui terreni morenici le uve sono generalmente meno ricche in elementi che vanno a costituire la struttura di un vino e anche la mineralità è meno marcata. (per mineralità intendo la presenza di sali che conferiscono sapore al vino)
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