Alla scoperta dei grandi vitigni rossi autoctoni del Friuli Venezia Giulia
novembre 12th, 2016
lunedì
gennaio 2013
Scritto da Maria Cristina Pugnetti, nella categoria Le degustazioni
Se devo riassumere il Carso con quattro parole, quasi uno slogan, mi viene in mente: roccia vento acqua sole. Dall’autostrada, quella che da Venezia va verso Gorizia e Trieste, il Carso appare ruvido e scontroso, roccia calcarea interrotta da cespugli di vegetazione, roccia che a momenti diventa un muro a strapiombo nell’Adriatico e terra rossa ricca di ferro.
Il vento è la bora che soffia da est e nord-est sino al mare. L’acqua, invece, scompare dal cielo negli abissi delle foibe del Carso per accumularsi, alle volte, sotto la superficie in bacini d’acqua. Questa è una risorsa preziosa a cui attingere quando durante l’estate scarseggia e le viti andrebbero in stress idrico in assenza.
Alla terra carsolina si legano vini che meritano attenzione e un palato disponibile se alla bocca portiamo un vino come il Terrano, che ricordiamo fa parte della grande famiglia dei Refoschi. Ebbene l’asprezza del Terrano è quasi sfacciata e può spiazzare se non la si conosce. Di un assaggio mattutino di Terrano vi voglio raccontare e il vino è quello dell’azienda Castelvecchio ubicata in una porzione di Carso in provincia di Gorizia, esattamente a Sagrado.
Questo Terrano è già bello dal colore violaceo che sfuma a un rosso peonia luminoso. Ha in se l’odore del sasso e di frutti rossi aciduli. Nel suo essere ferroso riassume il legame con la terra che lo ha generato. L’acidità è spiccata e il tannino garbato così da rendere la beva succosa.
Il vino Terrano di Castelvecchio, annata 2011, è volutamente proposto giovane. Dopo la vendemmia, raspo e vinaccioli sono allontanati dal mosto per non estrarre tannini poco nobili che andrebbero a sommarsi a quelli naturalmente ruvidi della buccia. Da quest’ultima e per circa dieci giorni il succo assorbe il colore e si attiva la fermentazione alcolica. Tutta la lavorazione avviene in acciaio. Quando il liquido è divenuto vino viene separato dagli elementi solidi per successivi travasi e dopo sei mesi è posto in vendita.
Il Terrano può risultare azzeccato col cotechino per via della collosità di quest’ultimo e dell’acidità del primo che restituisce una bocca integra e pulita capace di affrontare il boccone successivo. La freschezza marina e la mineralità ferrosa lo rendono disponibile anche con piatti di pesce cucinati al forno.
E voi quali abbinamenti proponete o avete sperimentato con questo vino? Se di Terrano non avevate mai sentito parlare prima o quasi, provatelo! Anche degli scontrosi ci si può innamorare, garantito.
Grazie per l’articolo molto bello hai centrato appieno l’essenza del Carso e il nostro modo di intendere il Terrano !
Rinnovo l’invito a venire in azienda per apprezzare oltre i vini anche un po’ della nostra storia, del paesaggio che con lo sguardo spazia fino al mare
Complimenti ancora
Saverio di Giacomo
Castelvecchio
Grazie Saverio, conosco il Carso e i frutti della sua terra, solo bisognerebbe parlarne più spesso. Io non mancherò. Ringrazio e accolgo con vero piacere l’invito a far visita alla vostra Azienda. A presto.